SMAV

Associazione per la musica e la danza antica a Venezia

I Grimani e la musica


Sono eretti in questa Città quattro principalissimi Teatri, uno situato sù le fondamente nuove (detto di Santi Giovanni e Paolo, per esser ivi vicino) di Giovanni Grimani che, per esser prima fabricato di Tavole, e non tutto sopra il suo terreno, lo trasportò con prestezza incredibile, in poca distanza, sopra il suo fondo, mostrando anco in ciò quella generosità d’animo che fu sempre ne suoi Maggiori e ch’è sua propria, facendolo erger tutto di pietra. Et un altro pure del medesimo Signore posto a S. Samuele (...)  In quello di S Giovanni e Paolo si recitano il Carnevale Opere Musicali con maravigliose mutazioni di Scene, Comparse maestose, e ricchissime machine, e voli mirabili; vedendosi per ordinario risplendenti Cieli, Deitadi, Mari, Reggie, Palazzi, Boscaglie, Foreste, et altre vaghe e dilettevoli apparenze. La Musica è sempre esquisita, facendosi scelta delle migliori voci della Città, conducendone anco da Roma, di Germania, e d’altri luoghi, e specialmente donne, le quali con la bellezza del volto, con la ricchezza degl’abiti, con il vezzo del Canto, con l’azioni proprie del Personaggio che rappresentano, apportano e stupore e meraviglia.

Aggiunte di Giustiniano Martinioni (1665) a Venetia città nobilissima et singolare di Francsco Sansovino.


Giovanni Grimani detto Spago apre il suo teatro dei SS. Giovanni e Paolo (presso Calle della Testa) al dramma per musica nel 1639; è il secondo teatro in assoluto a dare opere pubbliche, dopo il S. Cassiano (1637). La prima opera rappresentata è La Delia ovvero la Sera Sposa del Sole, libretto di Giulio Strozzi, membro dell’Accademia degli Incogniti, messo in musica da Francesco Manelli.

Per questo teatro Claudio Monteverdi compose Le nozze di Enea con Lavinia (1641), L’incoronazione di Poppea (1642) e, probabilmente, anche Il ritorno di Ulisse in patria (1640).

Di Francesco Cavalli andarono in scena il Ciro (1654), la Statira, (1655), il Xerse (1655), L’Artemisia (1656).

Dal 1660 al 1667 Marco Faustini fu impresario del teatro. Successivamente fu gestito direttamente dai nuovi proprietari, i fratelli Giovanni Carlo e Vincenzo Grimani.


L’undecimo [teatro] a San Giovanni Grisostomo, eretto con mirabil prestezza l’anno 1678 da Giovanni Carlo e abate Vincenzo, fratelli Grimani d’Antonio, nipoti ed eredi di Giovanni sudetto, mostrando in questo modo d’aver ereditata non meno la magnificenza che il genio virtuoso per cui rendono maggiormente cospicua la nobiltà e di stirpe e d’animo. Il fondo era un casamento antico ruinato sino a’ fondamenti. Era prima abitazione di Marco Polo nobile veneziano, famoso per i suoi viaggi, distrutta da un grandissimo incendio che consumò diverse merci di gran valore, caduta in eredità a Stefano Vecchia, ora acquistata da’ sudetti nobilissimi Cavalieri.

Cristoforo Ivanovich, Le Memorie Teatrali di Venezia, 1681.


Giovanni Carlo e Vincenzo Grimani nel 1677 fecero costruire un secondo teatro da destinare all’opera in musica, il San Giovanni Grisostomo, più grande del SS. Giovanni e Paolo e ricco di decorazioni in stile classico, secondo il gusto proprio della famiglia, famosissima per le collezioni di antichità greche e romane; si trovava in corte del Milion, dove ora è il teatro Malibran, e divenne immediatamente il principale teatro della città.

Viene inaugurato nel 1679 dal Nerone di Giulio Cesare Corradi, messo in musica da Carlo Pallavicino.

Alessandro Scarlatti scrive due opere per questo teatro: Il Mitridate Eupatore (1706) e Il trionfo della libertà (1707) che non incontreranno il gusto del pubblico veneziano. Il Mitridate influenzò però Handel, a Venezia in quell’anno. Handel stesso scrisse per il S. Giovanni Grisostomo l’Agrippina (1709), che fu un enorme successo. L’autore del libretto, anonimo, è stato identificato nello stesso Vincenzo Grimani, autore anche di Elmiro re di Corinto musicato da Carlo Pallavicino (1687) e dell'Orazio (1688), musicato da Giuseppe Felice Tosi.

Vincenzo Grimani sarà vicerè di Napoli dal 1708, e pure nella brevità della sua reggenza (morirà improvvisamente nel 1710), influenzò profondamente il teatro musicale anche nella capitale partenopea.


Poscia l’Accademia trovò commodo ospizio presso il gentiluomo Giancarlo Grimani. Piacevole trattenimento fu da prima il piantarne gli statuti, ed il prescriverne le regole; e il Zeno, che a tutti soprastava in vivacità ed in zelo, n’ebbe il principal merito, intanto ch’egli solo si riconobbe poscia per vero fondatore e promotore dell’Accademia (...) Tre volte o quattro all’anno tenevansi le adunanze solenni rallegrate dai concerti musicali ed animate da una corona di sopra quattrocento persone tra dame,  cavalieri e persone di lettere.

Francesco Negri, La vita di Apostolo Zeno, 1816


Intanto, a partire dal 1691 il palazzo di Santa Maria Formosa diviene la sede delle riunioni dell’Accademia degli Animosi, presieduta da Apostolo Zeno e dal 1698 colonia veneziana dell’Arcadia di Giovanni Mario Crescimbeni.

Durante le riunioni accademiche si eseguivano concerti e serenate. Tra gli affiliati agli Animosi troviamo, con il nome arcadico di Stinfalico Eterico, Alessandro Marcello.


Il nobile Grimani, proprietario del teatro S. Samuele, dava in questa stagione un’opera (...)  e il maestro che doveva metterla in musica era l’abate Vivaldi, chiamato per la sua capigliatura ‘il prete rosso’, conosciuto più per questo soprannome che per il suo vero casato. Questo ecclesiastico, eccellente sonator di violino e mediocre compositore, aveva allevato e addestrato al canto la signorina Giraud (...)

Il signor Grimani dunque mi mandò a casa del maestro per fare a quest’opera le necessarie modifiche.

Carlo Goldoni, Memorie, 1787


Il teatro di San Samuele, prima destinato alle commedie, apre all’opera nel 1710. Carlo Goldoni è impresario dal 1734 al 1743. Nelle sue memorie Goldoni rievoca l’incontro con Antonio Vivaldi, su richiesta di Michele Grimani, per adattare il libretto della Griselda di Apostolo Zeno alle esigenze del compositore.

Nel teatro suonò per un certo tempo il violino Giacomo Casanova.

Nel 1748 va in scena Il Mondo alla Roversa, libretto di Goldoni, musiche di Baldassare Galuppi.


L’ultimo teatro Grimani è il San Benedetto, costruito nel 1755. Si trovava dove ora è il cinema Rossini; si sostituisce al San Giovanni Grisostomo come teatro di opera seria, producendo lavori di Johann Adolph Hasse, Baldassare Galuppi, Giuseppe Scarlatti. Sono gli ultimi fasti musicali dei Grimani di Santa Maria Formosa: nel 1766 Michele Grimani in difficoltà economiche dovrà cedere la proprietà del teatro.


I had the honour to be carried by his Excellency Signor Marin Giorgi, to an accademia, at the Casa Grimani, where I first had the pleasure to hear Signora Bassa, a noble Venetian lady. She has long been reckoned the best performer on the harpsichord of all the ladies of Venice ; and I found that she played very neatly, and with much taste and judgment (...)

I was this evening at a second Accademia, at Signor Grimani’s, which was much more considerable than the first. Signor Sacchini was there, and several of the principal musicians of Venice. La Signora Regina Zocchi, a lady who had her musical education at the Incurabili, under the celebrated Signor Hasse, and who is now well married, and received, and even courted by the first people here, sung: she has a very powerful voice, and good shake, with great volubility and expression. D. Flaminio Tomj, who has a mere Voce di Camera , sung with exquisite taste. La Signora Bassa performed on the harpsichord, two or three concertos with much grace and precision.

Charls Burney, The present state of music in France and Italy, 1773


Le accademie musicali a Palazzo continuano fin verso gli anni della fine della Repubblica, come è testimoniato dalle vivide testimonianze del diarista inglese Charles Burney, ospite per due volte a palazzo.

Marco Rosa Salva